Una bambina ed un bambino, sette e nove anni più o meno. Si rincorrono su una terrazza affacciata sul mare, a tre metri dalla sabbia. Lui si ferma di colpo, porta le mani alla testa, come chi viene sorpreso da un accidente, e dice: -Wow! Che meraviglia!
A quel punto anche la sorellina si ferma e rimaniamo tutti e tre incantati, io, lei e lui, ognuno dal suo angolo, a guardare il sole che si tuffa nel mare, regalandogli così tutti i colori di cui è capace.
Questa scena mi ha spalancato gli occhi ed il cuore, mi ha reso consapevole che la percezione della bellezza è una vibrazione che pervade tutto il corpo e lascia senza fiato. Come un brivido, anzi, proprio un brivido! Non importa se si tratta di un quadro, di un albero o di un tramonto: la sensazione di benessere è la stessa.
Ci si interroga da più di duemila anni su che cosa unisca le diverse esperienze legate alla bellezza e sono state avanzate le teorie più disparate. Alcune tra queste, più recenti, sostengono il coinvolgimento dell’intero cervello nella sensazione provocata dalla visione del bello, altre associano l’emozione estetica ad aree diverse, altre ancora riconducono la bellezza a una questione scientificamente non affrontabile. Nessuna di queste ha mai convinto pienamente. A dire di più è stato Semir Zeki, neurobiologo, coordinatore di uno studio dell’University College di Londra. Lo scopo era quello di capire quali sono i meccanismi neurali coinvolti nell’esperienza della bellezza. Bene. Secondo Zeki la visione della bellezza si accompagna sempre all’attività neurale di una specifica parte del cervello, la zona chiamata field A1 ed è situata nella corteccia orbito frontale mediale (mOFC).
Detta cosi non dice nulla. Ma la zona della corteccia orbito frontale è anche implicata in un altro fenomeno: è la stessa coinvolta nelle emozioni, e quindi, nell’Amore. Semir Zeki ha così scoperto che quando si ammira un’opera d’arte si attiva la stessa zona del cervello di quando si è innamorati. Vi è un afflusso maggiore di sangue proprio nelle aree generalmente associate agli effetti dell’amore romantico e dell’essere innamorati. Da lì parte una reazione a catena: si attiva una produzione di un ormone noto per le sensazioni di intenso piacere e appagamento che riesce a dare: la dopamina. A queste conclusioni i ricercatori sono giunti dopo avere scansionato il cervello di un gruppo di volontari durante la visione di 28 opere d’arte. Tra le varie opere vi erano: la Nascita di Venere di Botticelli, le bagnati di Monet, e la Cattedrale di Salisbury vista dai terreni del Vescovo di Constable. In definitiva, come suggerito anche da numerose altre ricerche, anche l’arte può essere una forma d terapia, ma non solo. Assorbire il bello, impregnarsi di bellezza, aumenta la qualità della nostra vita, migliora l’umore, ci rende felici. Proprio come l’amore. Per il nostro benessere, quindi, circondiamoci di bellezza.
La bellezza è una qualità sottovalutata o probabilmente male interpretata; ma la bellezza ci dona nutrimento, benessere e, riempiendoci gli occhi, ci permette di aprire il cuore. Da sempre ci hanno insegnato che la bellezza è frivola, che possiamo farne a meno, che non ne dobbiamo restare ammaliati. Certo! Guardate le nostre città: il cemento, l’asfalto, il grigio dei palazzi senza fine, non hanno nulla della bellezza di cui abbiamo bisogno. Circondiamoci di bellezza: ogni cosa che la natura crea è piena di questa energia, di questa luce, di questo nutrimento. Non è un accessorio, è un elemento fondamentale per il nostro benessere. Create bellezza ovunque andiate, riempite la vostra casa, il vostro mondo, gli uffici di bellezza. All’inizio è possibile che pochi capiscano la vostra necessità, ma piano piano, che vive immerso nella gioia della bellezza si rende conto di quanto essa sia importante. Fatevi del bene, e fatelo agli altri! Siate portatori di bellezza! Imparate a vedere la bellezza ovunque sia: un fiore, un cristallo, un paesaggio, un quadro, un mandala fatto pietre e doni della natura. Insomma, abbiate cura di voi, lasciate che la bellezza entri nella vostra vita.
“Se si insegnasse la bellezza alla gente – ha detto Peppino Impastato, giornalista e attivista ucciso da Cosa Nostra nel 1978 – la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore.”
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